Oggi mercoledì 22 marzo è la Giornata Mondiale dell’Acqua, voluta dalle Nazioni Unite nel lontano 1994 e oggi di grandissima attualità con l’emergenza idrica che stiamo vivendo. Il tema di quest’anno è “Acceleriamo il cambiamento”… come non accettare questa sfida! Noi di NVA ci crediamo e siamo uno dei player di questo virtuoso cambiamento.

Partendo proprio dall’acqua portiamo l’attenzione sul fatto che al giorno d’oggi la gran parte delle rinnovabili in Italia deriva da questo settore e che le centrali idroelettriche, datate anche ad un secolo fa, attendono ancora il rinnovo delle autorizzazioni in scadenza, con un conseguente forte rallentamento degli investimenti a livello nazionale, bloccando per dieci miliardi operazioni di revamping.

Quindi a che punto siamo con le energie rinnovabili? Quali sono gli obiettivi da raggiungere, quali le possibilità e quali gli ostacoli che si incontrano nel percorso di transizione energetica? La crisi energetica in atto ha messo a nudo le difficoltà del settore e vive un’accelerazione tanto tardiva quanto essenziale.

NVA agisce ed opera sul focus “Energia sostenibile, quando la fonte è rinnovabile” e vogliamo in questo breve approfondimento mettere in luce sia le potenzialità del settore, sia gli ostacoli che ormai da anni costituiscono un blocco, a volte quasi insormontabile, nella strada verso la transizione energetica. Da una parte abbiamo un’Italia che si pone relativamente bene nel contesto internazionale, con un 38% della produzione energetica totale ricavata dalle fonti rinnovabili. Dall’altra parte occorre però sottolineare come questa percentuale sia pressoché la stessa registrata nel 2014. Insomma, si era partiti bene, ma ad un certo punto il percorso sembra essersi bloccato, rendendo più difficile il raggiungimento dell’obiettivo del 72% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030: secondo i più fiduciosi ci sarebbero le potenzialità per superare addirittura la quota stabilita, se verranno rimossi gli ostacoli che rallentano la crescita.

Purtroppo la starda non è così semplice e lineare. Se è infatti vero che gli impianti per la produzione di energia rinnovabile richiedono tempi di installazione e messa in opera significativamente inferiori rispetto agli impianti funzionanti a combustibili fossili (per non parlare di quelli per il nucleare), è altrettanto vero che, la burocrazia ci mette “il suo zampino.” Per intenderci, i tempi medi per la concessione di un impianto eolico sono di circa 5 anni e di 2 anni per gli impianti solari: tempistiche che – come è evidente – non sono compatibili con l’obiettivo di riconversione energetica entro il 2030.

Il tema è vastissimo e non può essere naturalmente esaurito in queste poche righe , ma una cosa è certa: la pianificazione energetica ha tempi lunghi e ciò che stiamo vivendo oggi è il risultato delle scelte fatte da molti anni a questa parte. È ancora possibile invertire la rotta e raggiungere gli obiettivi prefissati, ma non c’è un secondo da perdere.